Guadalupe - IGWA Adventure Race

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Cos’è l’IGWA? Un’evocazione esotica di attività estreme o una competizione multisport in  ambiente tropicale? Non si tratta di una Adventure Race in senso classico ma di una nuova forma di competizione che abbina prove sportive in una natura rigogliosa e prove culturali che impegnano ad una nuova fruizione consapevole del territorio in poche parole: una gara esplorativa e di scoperta geografica.

Dal diario di gara: “Dopo quasi dieci ore di viaggio, il nostro arrivo in aeroporto è stato celebrato da una calorosa accoglienza dei ragazzi dell’organizzazione dell’IGWA accompagnati dagli operatori delle televisioni locali. Fuori dell’aeroporto ad aspettarci l’autobus che ci ha accompagnati per tutta la settimana e che si è trasformato per l’occasione in contenitore internazionale, una sorta di torre di Babele viaggiante dove le diverse lingue dei partecipanti dell’IGWA provenienti da tutto il mondo si mescolavano allegramente. Dopo circa un’ora di viaggio siamo arrivati nel villaggio turistico di Pierre & Vacances dove, dopo un’accurata verifica del materiale necessario per partecipare alla gara sponsorizzato da North Face, c’è stata offerta un’abbondante cena al buffet con un’ampia scelta di cibi locali.


 

I giorno di gara: La mattina dopo la gara ha preso ufficialmente il via e alle ore 8:00h siamo partiti per una corsa in spiaggia di circa1,5 km. Al termine della gara di corsa siamo stati divisi in gruppi di squadre per affrontare le altre prove della giornata in maniera alternata. Gli spostamenti da una postazione all'altra avvenivano a piedi e ci dovevamo orientare con la mappa. Il gruppo di cui facevamo parte era formato da una squadra tedesca e una guadalupense. La prova in cui ci siamo cimentati dopo la corsa è stata il surf. Cavalcare le onde dell’Oceano è stata un’esperienza fantastica, la scarsa dimestichezza con questo sport ha sicuramente compromesso i risultati dal punto di vista agonistico ma l’emozione era tutta mia!

La prova successiva consisteva nel risolvere un questionario in lingua francese (con traduzione in inglese). Le domande riguardavano la storia e le tradizioni della cittadina di Sanit Francois. Per risolvere il questionario dovevamo interagire con la gente del posto, è stato divertente intervistare la gente per strada e gli avventori del mercato ortofrutticolo del centro che si mostravano estremamente gentili e incuriositi dalla nostra presenza. Conclusa la prova culturale e ritrovate le altre squadre ci siamo spostati sul campo da golf. Non avendo mai impugnato una mazza da golf in mano, le scene comiche non sono mancate! Ma alla fine il risultato globale della prova è stato buono. Subito dopo, ancora attività acquatiche: il windsurf e l’orientamento sottomarina. Per quanto riguarda il windsurf il risultato è stato pessimo ma il panorama favoloso e il clima tropicale hanno reso piacevole l’esperienza. L’orieentering è andata benissimo, abbiamo trovato tutte le lettere nascoste nella barriera corallina che componevano il nome di un frutto locale: Maracuja.

In serata ci siamo ritrovati al punto di partenza ed in compagnia di tutte le squadre abbiamo partecipato ad un festival locale tra balli e degustazioni di specialità guadalupensi. Dopo la cena in un ristorante tipico, l’ultima prova della giornata organizzata nel campo da golf in notturna: orientamento.


 

II giorno di gara: Sveglia ore 5,00 per raggiungere la località di Anse àla Baie. Partenzaper il costering ore 7,30. La prova consisteva nella corsa su scogli per circa otto km con una piccola deviazione verso l’interno della costa. La prima parte del percorso era completamente deserta, uno scenario da favola; vedere le onde dell’oceano infrangersi sulla barriera corallina ci ha ripagato di tutte le fatiche. Una distrazione ed un’indicazione sbagliata e ci siamo ritrovati fuori percorso insieme alla squadra olandese! Poco male, abbiamo esplorato una zona bellissima e dopo una salita molto ripida in un bosco tropicale siamo finiti in un campo di banane e poi ancora l’incontro con alcuni contadini di colore con grossi cappelli di paglia che, chinati sotto il sole cocente, coltivavano la terra con la zappa...sembrava di essere tornati indietro nel tempo! Abbiamo chiesto loro indicazioni su come raggiungere la strada principale e con un grande sorriso ci hanno indicato la via.

Le prove successive vedevano come scenario, ancora una volta, la cittadina di Saint Francois. Ci siamo cimentati nel paddle-surf: una staffetta sulla tavola da surf dove abbiamo guadagnato un sudatissimo primo posto; poi ancora una gara di velocità in kayak, la prova di vela (optimist), il golf e una nuova prova culturale: ancora quesiti impossibili da risolvere senza l’aiuto delle persone del posto che si sono mostrate sempre estremamente cordiali e disponibili.


 

III giorno di gara: Sveglia ore 4,00 e tutti sull’autobus verso Port d’Enfer d’Anse Bertrand. Alle 7,00 il via ufficiale al costering più impegnativo della gara,20 kmdi corsa lungo la costa. Il vento soffiava forte, nostro alleato contro il caldo e l’afa, davanti ai nostri occhi faraglioni a picco sul mare e come colonna sonora il rumore delle onde che s’infrangevano con vigore sulla roccia. La nostra prova si è interrotta al primo punto di controllo dopo circa8 kmdove ci siamo fermati a causa di un’infiammazione ai tendini dell’anca che m’impediva di proseguire. Ma l’adrenlina era tale che appena dopo qualche ora di riposo sotto una palma ero di nuovo in gara. Ci siamo spostati nella piazza centrale di Le Mule, una delle cittadine più ricche del Guadeloupe e con i nostri questionari in mano ci siamo infilati nelle vie a cercare gli interlocutori giusti per rispondere alle nostre domande della prova culturale e anche ultima prova della giornata.


 

IV giorno di gara: solita sveglia alle ore 4,00 e partenza per Birloton. Dall’autobus intravediamo delle bellissime spiagge di sabbia vulcanica che ci ospiteranno per le attività pomeridiane ma ora siamo diretti alle cascate Ravine Espérance. Dopo un suggestivo trekking nella giungla tra alberi di banane, piante di caffè e cacao siamo arrivati in cima ad un’altura dove ci aspettava una squadra di pompieri pronti ad assisterci per una spettacolare calata in corda di70 metrisotto un’abbondante cascata. L’adrenalina che scorreva nelle vene illuminava gli occhi di tutti e un religioso silenzio accompagnava l’attesa del proprio turno. Scivolare lungo la corda guardando la giungla dall’alto è stato magico: acqua fresca, roccia, piante tropicali per poi finire nel fiume immersi fino alla vita. Neanche il tempo di gustare l’emozione e di nuovo in marcia nel cuore della giungla lungo il fiume tra orchidee selvatiche e pietre scivolosissime. Usciti dalla giungla il nostro autobus ci porta sulla spiaggia nerissima di Melendure. Sulla riva i kayak già in posizione di partenza per una prova molto impegnativa che prevede un percorso di circa40 kmdiviso in tre tappe e intermezzato da una prova di snorkeling. Il vento forte in senso contrario, questa volta ci ostacola, ma arriviamo alla prima tappa; si riparte tutti insieme pagaiando verso un’isoletta deserta dove ci aspetta la prova di snorkeling. Indossati maschera e boccaglio ci siamo immersi nel mare cristallino per ammirare le meraviglie della barriera corallina: pesci coloratissimi e di tutte le dimensioni danzavano intorno a noi lasciandosi trascinare o nuotando contro corrente con vigorosi colpi di coda. I pesci più diffidenti fuggivano via, quelli più coraggiosi invece, si lasciavano osservare da vicino e quasi sfiorare mentre gli anemoni si chiudevano al nostro passaggio. Al termine della prova sottomarina abbiamo ripreso possesso dei kayak per raggiungere il punto d’arrivo. Le onde impedivano a tutte le squadre di allineare bene i kayak rendendo difficile la partenza, dopo qualche tentativo andato male siamo ripartiti per raggiungere il traguardo finale. Al nostro arrivo in spiaggia ci sono stati consegnati dei questionari sui paesaggi sottomarini esplorati poco prima.


 

V giorno di gara: sveglia ore 5:00 e partenza perLa Citerne, il vulcano che domina le isole farfalla con la sua vetta di oltre1500 metri. Si parte per il trekking nel cuore della giungla per raggiungere la vetta e osservare da vicino, ma a distanza di sicurezza, il cratere fumante.  Particolare curiosità ha suscitato in noi osservare il mutare della vegetazione durante la nostra scalata: da prima folta e rigogliosa, poi rada fino a scomparire quasi del tutto in prossimità del cratere. Ad inebriare le nostre narici il forte odore di zolfo che si sprigiona dalle piscine naturalmente riscaldate e dai corsi d’acqua che affiorano abbondanti lungo il cammino. Al termine del trekking ci siamo trovati d’accordo con tutte le squadre per fare un bagno rilassante nelle acque ricche di zolfo. Tappa successiva il centro della cittadina di Bains dove ci attendevano varie prove: tiro con l’arco, prova olfattiva (riconoscimento di spezie dal profumo) e ancora una prova culturale sulla storia della città. Dopo una festa organizzata dalla giunta comunale di Bains e un’abbondante cena in ristorante tipico ci godiamo il meritato riposo nella palestra comunale adibita a dormitorio per l’occasione.


 

VI e ultimo giorno di gara: ultima durissima sveglia alle ore 5,00. La prima prova della giornata consiste in un costering di8 kmlungo la spiaggia di Cluny fino a Grande Anse dove ci siamo cimentati in multi attività come corsa, “lancio del cocco”, salto ad ostacoli e tanto altro...La mattinata si è conclusa con un trekking con partenza dalla spiaggia lungo un percorso di circa 3km in un fitto bosco collinare. La nostra avventura volge al termine e dopo un percorso ecologico nel giardino botanico e tiro con l’arco, ci gustiamo la festa finale e le premiazioni. I visi rilassati e sorridenti suggeriscono che ormai le fatiche sono finite, rimangono le emozioni e il piacere di una bella esperienza che si apprezzerà maggiormente con lo scorrere del tempo e dei ricordi.”

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