Polonia - Bergson Winter Challenge 2008 - Verso Rek

 

Da li a poco scende la nebbia e  una bufera di neve rende difficile anche orientarsi, fortunatamente non perdiamo il sentiero e raggiungiamo l’ultimo picco in località Rek. Attraversare sulla neve le stupende foreste di conifere regala un emozione indescrivibile, i piedi  si trascinano per la stanchezza e per non scivolare, lo sguardo scorre tra l’effimera linea del sentiero e le ombre della montagna mentre la mente spazia in una dimensione indefinita cercando di imprimere le sensazioni uniche che respiriamo. Le gambe corrono meccanicamente e per distrarmi accendo l'MP3. Ancora uno sforzo!

Quando siamo nuovamente al campo base è notte fonda, ci prendiamo una piccola pausa per indossare l’equipaggiamento asciutto da mtb e mangiare qualcosa di caldo. Solo una decina di minuti. Scopriamo qua che molte squadre si ritirano per il freddo e la stanchezza e non ci facciamo allettare dalla tentazione: ci aspetta una lunga, buia discesa sul ghiaccio. Ela da il meglio di sé e quando raggiungiamo il paesino a valle viviamo una sensazione surreale. Il villaggio, neanche tanto piccolo, è deserto; l’assenza di persone, macchine e luci fa apparire spettrale il contesto come fosse una zona contaminata e deserta che in breve ci lasciamo alle spalle.

La  mancanza di sonno si fa sentire. Proseguiamo in piano attraverso improbabili strade asfaltate buie e piene di buche quando veniamo raggiunti da un team Ucraino, procediamo appaiati in discesa per poi intercettare una ripida strada di montagna. Ci infiliamo in una serpentina di fango e raggiungiamo il penultimo check point. Siamo stremati ma il programma di una sosta non risulta attuabile per il freddo e decidiamo di proseguire ugualmente. Il rischio di addormentarsi in sella è tangibile e anche l’illuminazione inizia a scemare ma proseguiamo aspettando la seconda alba di gara.

Solo il valico di una catena montuosa ci separa dall’arrivo ma le difficoltà sono enormi. Innanzitutto il sonno annebbia i riflessi e in breve iniziano le allucinazioni, poco più su facciamo anche i conti con la neve alta, questa volta non si riesce a stare in sella ne in salita ne, dopo aver superato la cresta,  in discesa ma oramai e fatta! La luce oramai alta e il miraggio dell’arrivo cancellano il sonno e alimentano il residuo di energia che ci portiamo dentro.

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